Posted By:
Valentina Di Salvo
Share Post:

Ilaria Sula, un’altra giovane vittima. Interviene Alessandra Iacattuni, Coordinatrice Roma di “Partiamo da Qui”

Mercoledì mattina all’alba, il corpo di Ilaria Sula, studentessa 22enne di Terni, è stato ritrovato in un’area boschiva alla periferia sud-est della Capitale. La giovane era scomparsa lo scorso 25 marzo dall’abitazione in cui viveva nel quartiere Furio Camillo. Il suo corpo, nascosto in un valigione in fondo a un dirupo, racconta l’ennesima storia di una vita spezzata per mano di chi diceva di amarla. L’ex fidanzato ha confessato il delitto.

Ilaria non è un caso isolato. Solo nei primi mesi del 2025, il numero di femminicidi in Italia continua a crescere, dimostrando che il problema non riguarda solo la violenza in sé, ma una radicata fragilità sociale ed educativa, soprattutto tra i più giovani.

Sulla vicenda interviene Alessandra Iacattuni, Responsabile del Circolo di Roma del Movimento Politico Culturale “Partiamo da Qui”:

«Episodi terribili come questo impongono una riflessione profonda. Sentiamo di troppi casi, quasi quotidianamente, e ci sentiamo impotenti, ma la soluzione non può dipendere solo da una parte. C’è un problema sociale e istituzionale evidente. Ci sono aggressioni improvvise e imprevedibili, ma anche situazioni che si sviluppano nel tempo e che, nonostante le segnalazioni, non vengono fermate. Il tema diventa ancora più delicato quando riguarda giovani e adolescenti: il contesto familiare ha un ruolo fondamentale. Oggi si tende a perdere l’autorevolezza educativa, privilegiando un rapporto amichevole con i figli, ma questo rischia di portare a un vuoto di riferimento. Non vogliamo colpevolizzare le famiglie, ma è evidente che qualcosa si è rotto nel passaggio generazionale. La scuola deve avere un ruolo centrale nel riconoscere i segnali di disagio e collaborare con le famiglie per intervenire tempestivamente. Servono assistenza psicologica, supporto educativo, un’azione sinergica tra istituzioni, scuola e società. La certezza della pena è fondamentale, soprattutto per chi ha raggiunto una maturità sufficiente per comprendere le proprie azioni, ma non basta. Dobbiamo affrontare il malessere giovanile alla radice, in particolare tra i ragazzi che non riescono ad accettare un rifiuto. Allo stesso tempo è fondamentale educare anche le ragazze a non accettare prevaricazioni, violenze e situazioni di subordinazione. Forse in alcune realtà esistono ancora retaggi culturali che vogliono la donna fragile, ma non deve essere più così in nessun contesto socioculturale. È certamente un tema complesso che cambia in base alle situazioni, ma che va affrontato con decisione. In famiglia devono esserci dialogo e punti di riferimento solidi. Se i giovani non trovano risposte in casa, cercheranno modelli altrove, spesso distorti e pericolosi. Per questo è essenziale rafforzare il rapporto tra famiglia e scuola, creare strumenti di supporto e prevenzione, e garantire interventi tempestivi da parte delle forze dell’ordine. Se non si lavora in questa direzione, continueremo a contare le vittime. Il mio ultimo pensiero va ai genitori di Ilaria e al loro doloro inimmaginabile, ma anche a tutti gli altri genitori che hanno perso un figlio o una figlia in circostanze simili, che continuano a vivere un dolore così straziante».

Il Movimento Politico Culturale “Partiamo da Qui” promuove un cambiamento culturale che prevenga tutte le violenze, puntando su educazione, prevenzione e interventi concreti.